VENEZIA — Il progetto della Tav sulle spiagge non è né vivo, né morto. E’ criogenizzato. Sta nel freezer, in attesa che chi di dovere (ossia Italferr, la società delle Ferrovie dello Stato che si occupa delle progettazioni) decida che farne. Ma, assicurano dal ministero dell’Ambiente, fino ad allora non andrà né avanti né indietro: semplicemente continuerà a starsene nel cassetto polveroso della commissione Via in cui è chiuso ormai da quattro anni. La vicenda del tracciato «litoraneo», voluto dalla Regione (nella persona dell’ex assessore alle Infrastrutture Renato Chisso) perché servisse le littorine dei turisti oltre alle «frecce» ad Alta Velocità, poi contestato dai Comuni coinvolti, quindi disconosciuto dalla stessa
Regione che l’aveva promosso e infine cestinato, è davvero una storia di ordinaria burocrazia, riportata alla luce ieri dal deputato del Pd Simonetta Rubinato.
Regione che l’aveva promosso e infine cestinato, è davvero una storia di ordinaria burocrazia, riportata alla luce ieri dal deputato del Pd Simonetta Rubinato.
Il progetto, messo a punto da Italferr su incarico di Rfi e mandato della Regione, risale al 2010: «In Veneto - sentenziava all’epoca il governatore Luca Zaia - c’è l’intenzione di scendere verso la fascia litoranea e avere una stazione che serva tutte le spiagge. E’ una partita da 4,2 miliardi che noi vogliamo con forza». I Comuni attraversati dai binari, però, non erano della stessa idea ed anche gli industriali espressero qualche perplessità di fronte ad una linea che, correndo alla massima potenza verso i nuovi mercati dell’Est, sarebbe incespicata nella fermata «Jesolo Lido»... (continua a leggere)
03 settembre 2014 Corriere Veneto
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