Ilfattoquotidiano.it l'ha fatto e ha ricevuto l'accredito promesso da parte di un'agenzia che si pubblicizza sul web. Va specificato: nessuna responsabilità da parte del colosso delle recensioni. Ma certamente la prova de ilfattoquotidiano.it è la dimostrazione che il business della reputazione online avviene alla luce del sole. Il problema non sono però solo gli utenti, ma anche società esterne che lucrano (apparentemente indisturbate) sulla voglia di "aumentare il rating" di alcuni operatori del turismo e della ristorazione
Tripadvisor: “Adottiamo misure severe per penalizzare i pochi business sopresi a utilizzare tali servizi per ingannare i viaggiatori e facciamo sì che tutti siano a conoscenza della nostra posizione intransigente rispetto a questo malcostume”.
Scrivere e far scrivere recensioni a pagamento su TripAdvisor è possibile. Ilfattoquotidiano.it l’ha fatto e ha ricevuto l’accredito promesso. Prima di spiegare come è stato possibile, con quali contatti, quali consegne e quali esiti, bisogna premettere che TripAdvisor è una potenza: di anno in anno aumentano le persone che, prima di recarsi nel tal ristorante o nel tal albergo, si fanno un giro in Rete per capire quali sono le opinioni degli altri utenti. Così per un’attività comparire in cima alla lista con una buona reputazione diventa fondamentale per acchiappare qualche cliente in più. In questo contesto, quindi, non manca chi decide di barare, gonfiando il proprio rating o cercando di demolire quello della concorrenza. Sono molti i ristoratori danneggiati che nel tempo hanno avviato procedimenti, inviato segnalazioni, interpellando anche l’autorità garante per la concorrenza (che ha aperto un procedimento contro Tripadvisor) nel tentativo di avere ragione dei propri sospetti e delle proprie lamentele. Il colosso delle recensioni si difende spiegando di non essere responsabile della condotta disonesta dei suoi utenti e di avere messo a punto meccanismi sofisticati per individuare e scongiurare le frodi . Il problema non sono però solo gli utenti, ma anche siti e organizzazioni facilmente individuabili con una semplice ricerca su Google, che pubblicano il costo di un pacchetto di recensioni positive pubblicate su TripAdvisor. Occorre ripeterlo: nessuna responsabilità del colosso delle recensioni. Ma certamente la dimostrazione che il business della reputazione online avviene alla luce del sole e – finora – non ci sono stati interventi efficaci per debellarlo. Ecco la nostra esperienza “sul campo”.
LA PRIMA PROVA: RECENSIONI FOTOCOPIA - Scrivere una recensione su Tripadvisor è facile. Facilissimo. Non importa che sia vera, basta che sia verosimile. Così aggirare le “trappole” diventa un gioco da ragazzi. Abbiamo provato anche noi, non ce ne vogliano i ristoratori che sono stati inconsapevolmente utilizzati come ‘cavie’. Abbiamo creato un account e in modo assolutamente casuale abbiamo scelto quattro ristoranti, uno a Milano, uno a Roma, uno a Bari e l’ultimo a Palermo. Per ciascuno abbiamo inserito la stessa recensione, dichiarando di esserci stati la sera precedente: “Sono andato a cena in questo ristorante ieri sera. Ho trovato un ambiente davvero suggestivo e confortevole. Location curata, personale disponibile,atmosfera rilassata. I piatti, presentati in maniera impeccabile, sono buonissimi”. Un testo copiato e incollato, riproposto identico e regolarmente pubblicato sul portale. Inutile dire che nei ristoranti recensiti non ci abbiamo mai messo piede. Ed è proprio questo il punto contestato. Sono in molti a chiedersi perché il sistema informatico di Tripadvisor non preveda la possibilità di limitare frodi così evidenti.
IL BUSINESS DELLE RECENSIONI A PAGAMENTO - E’ chiaro che in una falla così larga si infila di tutto. E anche nel caso di Tripadvisor non manca chi ha fiutato l’occasione. Il business è quello della reputazione digitale. La merce di scambio le recensioni. La contropartita, come sempre, i soldi. Sui portali di annunci (Bakeka e simili) non è raro imbattersi in selezioni di “collaboratori” a cui assegnare “microlavori di inserimento testi su alcuni portali internet”. Annunci allettanti, che promettono qualche spicciolo in cambio di poco lavoro. Sembra una cosa semplice. Rispondiamo. Nel giro di qualche giorno arriva la risposta, a scrivere è una donna: “Grazie per avermi contattata” e poi spiega di collaborare con “una web agency” che le ha chiesto di creare una rete di collaboratori. Per fare che? “In questo momento sto cercando persone che possano inserire una recensione o su Tripadvisor o su Holidaycheck”. Gradita anche la conoscenza del tedesco e dell’inglese (naturalmente le possibilità di guadagno aumentano. “Se interessato entro qualche giorno ti invio tutti i link e i riferimenti per reperire le informazioni necessarie per il testo, ovviamente recensione a 5 stelle”. Sembra tutto molto lineare, decidiamo di proseguire. Segue uno scambio di corrispondenza fino a quando arrivano le istruzioni per il primo lavoro. Si tratta di unarecensione Tripadvisor in italiano per un ristorante che si trova in una località della Toscana (ovviamente conserviamo tutte le indicazioni e le specifiche del lavoro): “Mi raccomando: la votazione deve essere a 4 stelle! (il punteggio massimo è 5, ma questa volta l’agenzia vuole una recensione da quattro)”.
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